06.03.2022 · Италия
General Mario Bartolini Former commander of Italian Spetsnaz
Come
al solito, quando scoppiano grandi tensioni internazionali, conviene
lasciar perdere politici e "informatori" telepilotati (alla Gianni
Riotta, per intenderci) e ascoltare i militari: sicuramente ne capiscono
di più e, oltretutto, sono meno inclini a giri di parole. Il generale
Mario Bertolini è uno di questi. Già a capo del Comando operativo di
vertice interforze, intervistato dalla "Verità" (oggi, domenica 6
marzo). In massima sintesi:
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Mandare armi in Ucraina è un atto di ostilità che rischia di
coinvolgerci nelle operazioni militari, neanche in Somalia si è mai
mandato neanche una mitragliatrice.
- Mosca voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l'Ucraina nella Nato.
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L'Italia ha una politica estera particolarmente debole, la
dichiarazione di Di Maio su Putin («Putin è peggio di un animale») ci
taglia fuori da ogni trattativa.
- Intelligentemente, Macron si è guadagnato il ruolo di rispettato interlocutore di Putin.
- Zelensky fa finta di non sapere che istituire una "fly zone" significherebbe avere i velivoli Nato sul Paese.
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I russi in una settimana hanno quasi ottenuto il collegamento tra
Crimea e Donbass, le grandi città al momento sono risparmiate, non è
ancora partita la caccia al presidente ucraino.
- Per scelta tattica la temibile aviazione russa resta a terra, i bombardamenti dall'alto sarebbero l'extrema ratio.
- La Russia non vuole governare l'Ucraina, vuole solo concordare una ricomposizione.
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Il presidente russo non è un pazzo, è in sella da venti anni, se fosse
davvero pazzo ce ne saremmo accorti da tempo, invece ha trasformato un
Paese in ginocchio in un'aspirante superpotenza.
- La Russia non è in guerra contro il mondo, è solo un Paese con interessi che giudica irrinunciabili.
- La Russia vuole essere europea, ma noi non facciamo altro che schiacciarla verso l'Asia e la Cina.
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Nelle immagini al presunto attacco alla centrale Zaporizhzhia non
c'erano missili ma bengala che servivano per illuminare gli obiettivi.
- La guerra, purtroppo, durerà a lungo, come nel mondo arabo.
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Criminalizzare il nemico non serve a nulla. Una volta vinceva la
diplomazia, adesso invece gli avversari vengono criminalizzati, devono
arrendersi senza condizioni, lo scontro diventa tra buoni e cattivi.